Il Palazzo

Il palazzo Capponi è delimitato da Via Maggio, Via dei Michelozzi e Via del Presto di SanMartino. I prospetti sulle prime due strade sono intonacati e decorati con bugnato angolare in pietra e finta pietra; divide orizzontalmente le facciate una fascia di marcapiano, su cui poggiano le cornici delle finestre del primo piano; al piano terreno del prospetto su via Maggio vi sono due finestre inginocchiate sormontate da un ampio timpano triangolare, separate da una finestra più piccola.

L’altro lato corto, in cui sono riconoscibili tracce delle case originarie, presenta una netta interruzione con caratteristiche di non finito; il portale principale è decorato con bugnato di pietra ed è sormontato dallo stemma della famiglia Capponi. La storia travagliata degli svariati interventi architettonici subiti dal palazzo è ancora parzialmente leggibile sulla facciata principale che dà su Via dei Michelozzi nell’asimmetria del portone e nel disassamento fra le finestre del piano terra e quelle dei piani superiori, mentre gli sfalsamenti di livello dei pavimenti nei tre piani su cui l’edificio si sviluppa sono forse un retaggio dell’accorpamento delle abitazioni trecentesche originarie.


Le due case di proprietà Biliotti, riunite nel palazzo Capponi, sono ancora planetricamente ben distinguibili: la principale, quella che si affaccia su via Maggio è la più significativa, come si evince sia dalle maggiori dimensioni, che dalle rifiniture architettoniche più curate; in entrambe le case sono evidenti anche le suddivisioni dei vani originari, realizzate mediante tramezzi, di cui non è possibile allo stato attuale identificare con certezza il periodo di esecuzione.

Il piano terreno, cui si accede dal portone monumentale di Via dei Michelozzi ospita quelli che erano stati gli ambienti di rappresentanza del palazzo, quattro sul lato che si affaccia su Via Maggio ed altrettanti su quello che dà su Via del Presto di san Martino, uno solo dei quali suddiviso da tramezzi, oltre ad alcuni locali di servizio di dimensioni più modeste, che guardano su un piccola corte interna. Gli ambienti principali sono caratterizzati sia da notevoli dimensioni, che da una buona luminosità, essendo dotati ciascuno di due ampie finestre; i pavimenti sono in cotto e i solai in muratura, con volte a crociera in alcuni ambienti e con struttura lignea a cassettoni in altri. Attualmente il piano ospita, in conformità con l’uso dell’edificio, una piccola biblioteca, le aule per le lezioni e i servizi.

Una scala in pietra, in parte coperta con volta a botte ed in parte controsoffittata, posta sulla destra dell’ingresso principale, conduce ai piani superiori, affittai alla James Madison University. Anche il primo piano è suddiviso in due zone nettamente distinte. Quella su Via Maggio era costituita da cinque grandi vani tra loro comunicanti, che sono stati tramezzati in modo da ricavarne sette stanze di dimensioni variabili, munite di servizi e collegate da un corridoio. Questo settore del palazzo presenta caratteri architettonici di pregio sia per le dimensioni originarie dei locali, che per la presenza di un camino nella sala d’angolo su Via Maggio e di soffitti lignei a cassettoni decorati a rosoni, purtroppo intonacati, che non è stato possibile ricondurre all’aspetto originario. Attualmente vi sono ospitati uffici, sale di rappresentanza e per riunioni e l’appartamento del Direttore dell’Università. Il settore che dà sul Presto di San Martino, composto in origine da tre stanze, ha caratteristiche più modeste ed un’altezza inferiore, dal momento che al di sopra è stato realizzato un mezzanino; su una delle sale che si affacciano su Via dei Michelozzi, adibita a studio, le alte finestre sono raggiungibili per mezzo di scale fisse in legno intonacato. I tre grandi vani originari del mezzanino, ospitano camere per gli studenti con i relativi servizi.

Anche il secondo piano è suddiviso in due parti: quello verso Via Michelozzi e Via del Presto, di dimensioni ridotte, dal momento che nella parte interna si sviluppa il tetto dei vani sottostanti, è utilizzato solo in parte come cucina e lavanderia, perché la copertura obliqua a capriate ne riduce l’abitabilità. L’altra parte, costituita da quattro vani principali tramezzati, due dei quali pavimentati in pianelle di cotto vecchio, è adibita agli appartamenti dei docenti.

Al di sopra di questo secondo settore si sviluppa il terzo piano, che ospita un solo vano abitabile, adibito a camera per gli ospiti, mentre gli altri ambienti non abitabili nel sottotetto con soffitto a capriate lignee sono utilizzati come magazzini; da questo piano attraverso una stretta scala in pietra si accede alla bella e ampia loggia aperta su tre lati, da cui si gode lo splendido panorama del quartiere.